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Giovedi, April 18, 2024
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Monsignor Mason: La conclusione sulla demenza è 'lente d'amore' – Vatican News

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di suor Bernadette Mary Reis, fsp

Il Reverendo Paul Mason è il Vescovo Militare per l'Inghilterra e il Galles. È anche il Vescovo Capofila per la Sanità e l'Assistenza Sociale. Un articolo che ha scritto è apparso mercoledì nell'edizione online di Il tablet. Successivamente è stato pubblicato giovedì sul sito web della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles.

Pazienti con demenza più vulnerabili

Monsignor Mason tocca un aspetto critico dell'assistenza agli anziani e ad altre persone in strutture assistite o di cura che soffrono di demenza e altre forme di malattie che colpiscono la mente. “Le persone che soffrono di demenza sono tra le più vulnerabili nella nostra società”, afferma il Vescovo. Quello che meritano, dice, è "tutto l'amore che possiamo raccogliere".

Eppure, con le restrizioni del Covid-19 che bloccano i propri cari, l'unica cosa di cui hanno bisogno è al di là della loro portata. I loro bisogni «possono essere trascurati», prosegue il Vescovo, a volte «presunzioni fatte su ciò che è meglio per loro» e i loro cari «che desiderano far loro visita».

Bisogno di persone amate

Il vescovo Mason ci ricorda che solo perché la capacità di una persona di ragionare o ricordare può essere ridotta, la sua capacità di sentire potrebbe non esserlo. Piuttosto, "le interazioni umane significative possono fare la differenza" nel modo in cui la particolare malattia progredisce.

Il personale di assistenza in alcune strutture ha lasciato le proprie famiglie per "settimane o addirittura mesi", racconta il vescovo Mason, a causa delle restrizioni Covid-19. Anche se hanno dimostrato un tale "grande sacrificio" e alcuni hanno anche "tragicamente perso la vita a causa del Covid-19", l'assistenza professionale non è sufficiente.

C'è un ruolo insostituibile che può essere ricoperto solo dai cari dei pazienti: sedersi "con un residente per lunghi periodi, parlare o leggere con loro, suonare musica, tenergli la mano". La mancanza di tale interazione amorevole può accelerare il deterioramento della malattia o addirittura la morte, osserva il vescovo Mason.

Amore vs cuore spezzato

La disconnessione è vissuta sia dai propri cari, sia dal residente che riceve assistenza, scrive il vescovo Mason. Cita anche il dottor Donald Macaskill, CEO di Scottish Care, che ha condiviso esperienze di pazienti con demenza nelle case di cura "che muoiono di crepacuore a causa della mancanza di contatto con i loro cari".

Il vescovo Mason ci lascia con la domanda sulla linea sottile tra la sicurezza, la protezione di noi stessi e gli altri e lo "scopo di essere vivi". E propone che la risposta sia l'amore quando l'alternativa è morire di crepacuore.

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