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Giovedi, April 25, 2024
NotizieStati Uniti: sfida dell'unità dopo il voto

Stati Uniti: sfida dell'unità dopo il voto

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Di Alessandro Gisotti

“Una casa divisa in se stessa non può reggere”. Il 16 giugno 1858 Abraham Lincoln, allora candidato senatore, pronunciò questa frase, ispirandosi al Vangelo di Marco (3), in un discorso volto a sottolineare come la giovane democrazia americana non potesse sopportare la metà dei Stati che consentono la schiavitù. Quel discorso del futuro presidente degli Stati Uniti, citato innumerevoli volte nell'ultimo secolo e mezzo, resta un'ingiunzione sempre presente al popolo americano, incisa anche sul suo sigillo con le parole scelte dai Padri Fondatori richiamando il principio della unità: Da molti, uno soltanto.

È proprio così unità, che “è più grande del conflitto” come Evangelii Gaudium afferma, che è fortemente evocato in questo momento dopo le elezioni presidenziali americane più divisive e polarizzanti nella storia recente del paese. "Ora è il momento per i nostri leader di riunirsi in uno spirito di unità nazionale", ha affermato il presidente dei vescovi statunitensi, l'arcivescovo di Los Angeles José H. Gomez, in un messaggio di congratulazioni al presidente eletto Joe Biden e a Vice -presidente eletta Kamala Harris. Inoltre, i media americani, quasi all'unanimità, pongono il tema della riconciliazione nazionale come la sfida più urgente (insieme al Covid-19 e alla conseguente crisi economica) che, dal prossimo 20 gennaio, dovrà affrontare il prossimo residente della Casa Bianca.

Significativamente, lo scorso 30 giugno, Papa Francesco incentrato sul tema dell'unità in un messaggio al Associazione Cattolica della Stampa, a cui appartengono le organizzazioni cattoliche di comunicazione in Nord America. “Da molti, uno soltanto, l'ideale dell'unità nella diversità, riflesso nel motto degli Stati Uniti”, ha osservato il Pontefice, “deve ispirare anche il servizio che offrite al bene comune. Con quanta urgenza ciò è necessario oggi, in un'epoca segnata da conflitti e polarizzazioni da cui la stessa comunità cattolica non è immune. Abbiamo bisogno di mezzi capaci di costruire ponti, difendere la vita e abbattere i muri, visibili e invisibili, che impediscano il dialogo sincero e la comunicazione veritiera tra individui e comunità”. Parole rivolte ai media, ma applicabili anche ad altri ambiti della società americana.

Certamente unità per il Papa non significa uniformità. Anche in questo particolare contesto ci viene in aiuto l'immagine del poliedro che, nella visione di Francesco, «riflette la convergenza di tutte le sue parti, ciascuna delle quali conserva la sua particolarità». Questo modello è tanto più valido per una nazione che fin dalla sua nascita si presenta plurale: multietnica, multiculturale e multireligiosa. Questo Ricerca per l’unità – corroborato da amicizia sociale fare eco fratelli tutti – non è però fine a se stessa, ma tende alla promozione del bene della persona e della comunità. I due sono stati al centro del discorso di Francesco davanti al Congresso degli Stati Uniti (la prima per un Papa a Capitol Hill), che si è svolto il 24 settembre 2015.

«Se la politica deve essere veramente al servizio della persona umana», fu la sua esortazione in quell'occasione, «ne segue che non può essere schiava dell'economia e della finanza. La politica è, invece, espressione della nostra impellente esigenza di vivere insieme, per costruire insieme il più grande bene comune: quello di una comunità che sacrifica interessi particolari per condividere, nella giustizia e nella pace, i suoi beni, i suoi interessi , la sua vita sociale”. Rivolgendosi direttamente ai membri del congresso Usa, il Papa ha detto: “Non sottovaluto le difficoltà che ciò comporta, ma vi incoraggio in questo sforzo”. Un'esortazione che oggi, in un momento così delicato della storia degli Stati Uniti, risuona ancora più forte.

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