L'ambasciatore cinese presso l'UE Zhang Ming ha parlato ieri in modo minaccioso dello Xinjiang durante un dibattito online organizzato dall'European Policy Centre.
Il 22 marzo i ministri degli esteri dell'UE dovrebbero approvare sanzioni contro quattro alti funzionari cinesi e un'entità a causa della repressione cinese contro gli uiguri e altri gruppi turchi nello Xinjiang, che la popolazione indigena chiama Turkestan orientale.
Secondo i dati degli esperti, supportati dalle Nazioni Unite, più di un milione di musulmani nella regione sono stati arbitrariamente detenuti nei campi di concentramento.
Recenti rivelazioni sulla stampa hanno documentato l'esistenza di campi di lavoro nella regione autonoma controllata dalla Cina, dove centinaia di migliaia di uiguri, kazaki e kirghisi sono stati costretti a lavorare, soprattutto raccogliendo cotone.
Secondo alcuni studiosi, anche il governo cinese sta conducendo una campagna di sterilizzazioni forzate per controllare la crescita della popolazione uigura.
La Cina ha negato ogni accusa, sostenendo che i campi nello Xinjiang sono centri vocazionali istituiti nell'ambito di un piano per ridurre la povertà e combattere il terrorismo e il separatismo.
L'ambasciatore Zhang ha affermato che i centri di deradicalizzazione per i musulmani non sono diversi da quelli che esistono negli Stati Uniti, in Francia e in Gran Bretagna.
La Cina ha paura delle sanzioni, strumento spesso criticato. La scorsa settimana, il suo ministero degli Esteri ha ammesso che le restrizioni statunitensi, in particolare il divieto di importazione di cotone, stanno danneggiando l'economia dello Xinjiang. Il problema delle sanzioni europee è che probabilmente sono troppo deboli.
Nel frattempo, molti paesi europei stanno riconsiderando il loro approccio nei confronti della Cina. Lituania vuole, ad esempio, promuovere la cooperazione con Pechino sulla base del rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto.
Le autorità lituane sono anche preoccupate per il futuro di Hong Kong. Ad aprile, l'UE dovrebbe prendere provvedimenti per punire la decisione di Pechino di modificare la legge elettorale dell'ex colonia britannica.
La mossa del governo cinese è considerata dall'Unione contraria al principio “un Paese, due sistemi”, che dovrebbe garantire a Hong Kong una certa autonomia politica ed economica dalla terraferma.
Anche la NATO ha invitato l'UE e gli Stati Uniti ad agire insieme per fermare la politica aggressiva della Cina nel mondo.
La Francia ha recentemente inviato alcune navi nell'Asia orientale, che attraverseranno due volte il Mar Cinese Meridionale, il 90% delle quali è rivendicato dalla Cina
La Germania e il Regno Unito intendono fare lo stesso quest'anno, con il Regno Unito che invierà uno dei suoi due nuovi vettori aerei.
Al Parlamento europeo diversi deputati chiedono sostegno anche a Taiwan, visto come un esempio virtuoso di democrazia. Per la Cina comunista, l'isola è una provincia ribelle, da riconquistare con la forza se necessario.
Secondo i media francesi, il mese scorso l'ambasciatore cinese in Francia Lu Shaye ha messo in guardia il senatore Alain Richard dal visitare Taiwan quest'estate.
In una lettera feroce, Lu liquida il viaggio come una violazione del "principio della Cina unica" e un segnale "sbagliato" di sostegno all'indipendenza di Taiwan. Alcuni membri del Senato francese hanno promesso una “risposta chiara” agli attacchi dell'inviato cinese.
I diplomatici cinesi hanno agito allo stesso modo in altri casi; per esempio, il sindaco di Praga Zdenek Hřibin è stato attaccato per aver gemellato la sua città con Taipei.