Giovedì 20 gennaio l'Assemblea nazionale francese ha adottato, a votazione palese, una risoluzione che denuncia il “genocidio” in corso degli uiguri, la minoranza musulmana dello Xinjiang perseguitata dal regime comunista in Cina.
Lavoro forzato, sorveglianza diffusa, tortura, violenza sessuale, stupro sistematico, internamento di massa, politiche di sterilizzazione di massa e forzata, sinicizzazione, sradicamento della cultura e dell'identità uigura, separazione dei bambini dalle loro famiglie...
Nell'elencare questi crimini, la risoluzione afferma: "Questi elementi, ora ampiamente documentati (...), dimostrano l'intenzione di distruggere l'identità uigura, i legami comunitari, i legami di parentela e intergenerazionali e, più in generale, di distruggere gli uiguri, anche biologicamente, come gruppo in proprio diritto. Questa violenza politica estrema e sistematica, organizzata e pianificata dallo Stato cinese, costituisce un genocidio”.
La risoluzione esprime anche preoccupazione per il destino di altre “minoranze turche” (kazaki, kirghisi, uzbeki e tartari) a Pechino.
Nel 2021 cinque parlamenti europei hanno votato un testo simile: Belgio, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Lituania e Regno Unito. Anche il Canada ha adottato il termine "genocidio", solo gli Stati Uniti hanno un'amministrazione che ha approvato questo termine.
La risoluzione, adottata quasi all'unanimità, non è vincolante e ha soprattutto un peso simbolico. Questo può creare pressioni sul governo francese, che per ragioni diplomatiche e commerciali ha poche possibilità di assumere questa linea retorica. Ieri dentro Strasburgo, durante il suo intervento al Parlamento europeo, ha parlato della “strage degli uiguri”, che è più sfumata. Vale la pena ricordare che il presidente francese aveva definito assurda l'idea di boicottare le Olimpiadi di Pechino.
La Cina reagisce con moderazione a una risoluzione sugli uiguri adottata in Francia
Non sorprende che il sito web dell'ambasciata affermi che la Cina “condanna fermamente” questa risoluzione che si basa su “pure bugie”. Aggiunge che la Cina “ha anche espresso la sua profonda preoccupazione per il fatto che la risoluzione in questione danneggerebbe gravemente le relazioni sino-francesi, nonché la credibilità e l'immagine della Francia agli occhi dei cinesi. La parte francese è pienamente consapevole dell'assurdità e della nocività di questa risoluzione. Deve mostrare coerenza tra parole e fatti e intraprendere azioni concrete per salvaguardare il sano sviluppo delle relazioni sino-francesi.
“Questa è una grave interferenza negli affari interni della Cina. La Cina è fermamente contraria", ha affermato venerdì 21 gennaio Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese.