La regione del Mediterraneo è attualmente uno dei punti caldi della crisi climatica
Sullo sfondo della siccità in Italia, l'umanità potrebbe trovarsi di fronte a una carenza di parmigiano, prevedono gli scienziati citati dai media mondiali. Il motivo è che la quantità d'acqua del fiume Po, che rifornisce il 30% delle aziende agricole del Paese, è notevolmente diminuita, mettendo a rischio la produzione del popolare formaggio.
Secondo Massimiliano Fazzini, capo dell'Unità Rischi Climatici della Società Italiana di Geoecologia, la carenza idrica nel bacino idrografico è del 45-70%. Lo specialista spiega che il Po è alimentato dalla neve sulle Alpi e dalle piogge primaverili. Da maggio di quest'anno, però, le precipitazioni sono scarse, quindi le persone che vivono e lavorano grazie al fiume sono a rischio.
Secondo lui, la situazione è critica e non può che continuare a peggiorare.
L'esperto riferisce che l'acqua del Po è necessaria per l'allevamento delle vacche da latte. Normalmente le mucche danno 30 litri di latte al giorno per produrre il vero Parmigiano-Reggiano – a questo scopo ogni animale deve consumare 100-150 litri di acqua.
L'umidità è necessaria anche per far crescere il foraggio succoso per le mandrie. La carenza d'acqua nel fiume Po rischia di portare alla chiusura delle aziende agricole.
Secondo gli scienziati, la regione del Mediterraneo è uno dei punti caldi della crisi climatica. Le previsioni sono che le temperature saranno superiori del 20-50% rispetto alla media globale e la siccità aumenterà entro la metà del secolo.
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