Il progetto di risoluzione guidato dalla Russia ha ricevuto il sostegno di cinque paesi (Cina, Gabon, Mozambico, Russia ed Emirati Arabi Uniti) e l’opposizione di quattro paesi (Francia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti). Sei paesi (Albania, Brasile, Ecuador, Ghana, Malta e Svizzera) hanno scelto di astenersi dal voto.
C'è stata divisione tra i membri riguardo all'assenza di una chiara condanna del gruppo estremista Hamas. È stato Hamas a dare il via all’attuale escalation di violenza schierando centinaia di combattenti per compiere massacri negli insediamenti vicino alla Striscia di Gaza il 7 ottobre.
Per il Consiglio adottare una risoluzione, la proposta deve ricevere almeno nove voti a favore, senza che nessuno dei suoi cinque membri permanenti si opponga o metta il veto.
La versione iniziale del testo prevedeva il cessate il fuoco per scopi umanitari, il rilascio di tutti gli ostaggi, l'accesso agli aiuti e l'evacuazione sicura dei civili.
Un'altra versione della risoluzione, proposta dal Brasile, sarà discussa martedì all'ordine del giorno del Consiglio. Secondo alcune notizie, propone interruzioni umanitarie nel conflitto e condanna Hamas e tutti gli atti di terrorismo contro i civili.
Vassily Nebenzia, rappresentante permanente della Russia presso l'ONU, ha espresso rammarico per l'accaduto Consiglio di Sicurezzadella mancata adozione della risoluzione, accusando “l’intenzione egoistica del blocco occidentale”.
Durante un recente incontro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il progetto di risoluzione russo per porre fine alla violenza a Gaza ha ricevuto il veto dei paesi occidentali. L'ambasciatore russo Nebenzia ha espresso preoccupazione per la crisi umanitaria a Gaza e ha accusato coloro che bloccano la risoluzione di farlo per “interessi egoistici e politici”.
Tuttavia, la rappresentante permanente degli Stati Uniti, Linda Thomas-Greenfield, ha sostenuto che la risoluzione ignorava il terrorismo di Hamas e quindi non poteva essere sostenuta. Ha condannato Hamas per le sue azioni, tra cui l'uccisione di civili e la presa di ostaggi, e ha affermato che il Consiglio non dovrebbe scaricare ingiustamente la colpa su Israele.
L’Osservatore Permanente dello Stato di Palestina presso le Nazioni Unite, Riyad Mansour, ha esortato il Consiglio di Sicurezza a lasciarsi guidare dal diritto internazionale e a non inviare segnali secondo cui le vite dei palestinesi non contano. Ha osservato che ciò che sta accadendo a Gaza è un attacco su vasta scala contro civili innocenti. Il rappresentante permanente di Israele presso l'ONU, Gilad Erdan, ha chiesto al Consiglio di designare Hamas come organizzazione terroristica e di ritenerla responsabile della situazione a Gaza. Ha inoltre chiesto al Consiglio di sostenere pienamente il diritto di Israele a difendersi e di chiedere il rilascio di tutti gli ostaggi.