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Sabato, Aprile 27, 2024
NotizieI volti mutevoli della fede in Francia

I volti mutevoli della fede in Francia

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I panorama religioso in Francia ha subito una profonda diversificazione a partire dalla legge del 1905 sulla separazione tra Stato e Chiesa, secondo un articolo di Kekeli Koffi pubblicato su religactu.fr. Oltre alle quattro fedi formalmente riconosciute all’inizio del XX secolo – cattolicesimo, protestantesimo riformato e luterano ed ebraismo – sono emerse nuove religioni.

“L’Islam, il Buddismo e l’Ortodossia si sono affermati, conferendo alla Francia lo status di Stato europeo con il maggior numero di musulmani, Ebraico e credenti buddisti”, scrive Koffi. Sebbene i dati ufficiali sull'appartenenza religiosa degli individui non siano stati raccolti dal 1872, si può delineare un quadro della situazione attuale:

  • Il cattolicesimo rimane la fede predominante in Francia, anche se la sua influenza è diminuita in modo significativo a partire dagli anni ’1980. Attualmente, oltre il 60% della popolazione si identifica come cattolica, ma solo il 10% la pratica attivamente.
  • L'ateismo e l'agnosticismo sono in costante aumento, con quasi il 30% dei francesi che si dichiara non religioso.
  • L’Islam è la seconda religione più diffusa in Francia, con circa 5 milioni di musulmani – praticanti e non praticanti – che costituiscono circa il 6% della popolazione.
  • Il protestantesimo rappresenta il 2% della popolazione, circa 1.2 milioni di individui.
  • L'ebraismo conta circa 600,000 seguaci (1%), per lo più di origine sefardita.
  • Ci sono 300,000 credenti buddisti in Francia, principalmente di origine asiatica, più altri 100,000, per un totale di 400,000.

Koffi rileva che anche altri movimenti religiosi mostrano vitalità, nonostante le controversie. Tra questi, si stima che gli indù siano circa 150,000. Testimoni di Geova a 140,000 anni, Scientologists circa 40,000, mentre i sikh ammontavano a circa 30,000, concentrati a Seine-Saint-Denis.

Questo panorama in evoluzione solleva interrogativi sulla rilevanza dei vecchi modelli di gestione della religione, conclude Koffi. Mentre la stessa legge del 1905 sembra in grado di resistere al tempo e ai cambiamenti, istituzioni come l’Ufficio delle fedi del Ministero degli Interni non si sono adattate alla nuova realtà e continuano a operare come se in Francia esistessero solo una manciata di fedi.

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