"L'obiettivo è di arrivare tra 500 e 600 camion al giorno nelle prossime settimane", ha affermato il dottor Rik Peeperkorn, OMS rappresentante nei territori palestinesi occupati (OPT).
Ciò rappresenterebbe “un enorme aumento” rispetto ai 40-50 camion che hanno raggiunto Gaza negli ultimi mesi e sarebbe simile al livello di aiuti che ha raggiunto Gaza prima che scoppiasse la guerra il 7 ottobre 2023, riducendo drasticamente le consegne di aiuti.
Sfida enorme
Parlando da Gerusalemme, il medico dell’OMS ha descritto l’annuncio del cessate il fuoco come “un segno di speranza”, ma ha avvertito che La sfida è enorme e scoraggiante, a causa della cronica e grave carenza di cibo, carburante e forniture mediche.
Sono in atto piani per l'inizio delle consegne domenica, ha detto il veterano umanitario, aggiungendo: "Abbiamo ordinato cliniche e ospedali prefabbricati temporanei che integreremo nelle strutture esistenti... integrando le strutture sanitarie esistenti come parte di ciò, per espandere la capacità di posti letto necessaria, rispondere a urgenti esigenze sanitarie e alla fornitura di servizi sanitari".
Gli operatori umanitari hanno ripetutamente avvertito che la crisi a Gaza per i civili ha raggiunto livelli catastrofici.
Secondo le autorità, dall'inizio del conflitto nell'ottobre 46,000, sono state uccise più di 110,000 persone e più di 2023 sono rimaste ferite, spesso con ferite che hanno cambiato la vita.
La malattia si sta diffondendo e il rischio di carestia rimane alto: bisogni che è fondamentale affrontare, ha affermato il dott. Peeperkorn, soprattutto quando più di 12,000 pazienti, un terzo dei quali bambini, attendono ancora l'evacuazione per cure specialistiche.
Lenti progressi nelle evacuazioni
Ma il ritmo delle evacuazioni è stato dolorosamente lento. Delle 1,200 richieste presentate tra novembre e dicembre 2024, solo 29 sono state approvate, un tasso pari ad appena il 2.4 per cento, secondo l'OMS.
L'OMS e altre agenzie hanno sottolineato l'immediata necessità di fornire cibo, acqua e forniture mediche, ma anche carburante e pezzi di ricambio per i generatori dell'ospedale.
Il sistema sanitario di Gaza è stato distrutto, con solo metà dei suoi 36 ospedali attualmente operativi. Le infrastrutture sanitarie critiche continuano a essere prese di mira, secondo l'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite, che ha indicato 664 attacchi sanitari da ottobre che hanno causato morti tra civili e operatori sanitari, danneggiando anche strutture sanitarie vitali.
Nonostante le condizioni disastrose, l'OMS intende attuare un ambizioso piano di risposta sanitaria d'emergenza di 60 giorni, una volta entrato in vigore il cessate il fuoco.
Ciò include l'aumento degli sforzi sanitari esistenti, l'istituzione di cliniche mediche temporanee e il ripristino dei servizi sanitari essenziali. Gli sforzi si concentreranno anche sulla lotta alla malnutrizione, sul rafforzamento della sorveglianza delle malattie e sulla fornitura di forniture mediche alle aree che finora sono state di difficile accesso.
Servono 10 miliardi di dollari per la sanità
Secondo l'OMS, sono necessari più di 10 miliardi di dollari per ripristinare il sistema sanitario di Gaza, ormai in rovina, e sarà essenziale un sostanziale sostegno internazionale per evitare ulteriori perdite di vite umane e impedire il completo collasso delle infrastrutture sanitarie della regione.
Oltre ad affrontare le esigenze sanitarie immediate, c'è anche un'urgente necessità di aiuti umanitari più ampi. Cibo, acqua pulita e riparo sono priorità fondamentali, insieme ad altri medicinali e attrezzature mediche essenziali che rimangono disperatamente scarsi.
Per il momento, le agenzie internazionali continuano a lavorare in condizioni difficili e pericolose, nella speranza che il cessate il fuoco possa offrire un'ancora di salvezza a coloro che sono intrappolati nell'enclave assediata.