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Domenica, luglio 6, 2025
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Il vicepresidente della BCE Luis de Guindos: guerre commerciali, dazi e la strada verso un'inflazione al 2%

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Francoforte sul Meno – In un’intervista ad ampio raggio con Reuters Il vicepresidente della Banca Centrale Europea (BCE), Luis de Guindos, ha offerto una rara analisi del pensiero della BCE in un contesto di crescente incertezza globale. Con l'inflazione in calo e le tensioni commerciali in aumento, de Guindos ha illustrato come la banca centrale si sta muovendo in un'economia mondiale sempre più frammentata e perché rimane fiduciosa nel suo percorso verso la stabilità dei prezzi.

La pausa nei tagli dei tassi riflette incertezza, non compiacimento

La presidente Christine Lagarde ha recentemente segnalato che la BCE si trova "in una buona posizione", alimentando le speculazioni su una pausa nei tagli dei tassi. De Guindos ha confermato tale interpretazione, sottolineando che la decisione non riflette compiacimento, ma piuttosto l'enorme entità dell'incertezza che circonda le prospettive, in particolare per quanto riguarda la politica commerciale.

"L'esito finale dei negoziati commerciali è di gran lunga il fattore di incertezza più rilevante che abbiamo considerato nelle nostre proiezioni", ha affermato. La BCE ha pubblicato scenari alternativi per la prima volta dall'inizio della pandemia, tra cui uno scenario di base che presuppone l'assenza di ritorsioni e un dazio del 10%, a fronte di un caso avverso più grave che prevede dazi più elevati e ritorsioni.

I mercati, ha osservato, hanno interpretato correttamente la posizione della BCE. "Anche in questo contesto di enorme incertezza, credo che i mercati ritengano e sottovalutino il fatto che siamo molto vicini al nostro obiettivo di un'inflazione sostenibile del 2% nel medio termine".

Tariffe: un’arma a doppio taglio

De Guindos ha descritto i dazi come una forza complessa: inizialmente inflazionistica, ma potenzialmente deflazionistica nel medio termine a causa del loro impatto negativo sulla domanda e sulla crescita. Ha anche messo in guardia dai rischi a lungo termine derivanti dalle guerre commerciali.

"Una guerra commerciale a tutti gli effetti potrebbe dare origine a frammentazione dell'economia globale e distorsioni nelle catene di approvvigionamento", ha affermato. "Ciò avrebbe un impatto inflazionistico a lungo termine". Sebbene i dazi possano ridurre l'inflazione nei prossimi due anni, la BCE deve rimanere vigile sui potenziali cambiamenti strutturali oltre l'attuale orizzonte di proiezione.

Previsioni sull'inflazione: convergenza al 2%, ma senza garanzie

Le ultime proiezioni della BCE indicano che l'inflazione scenderà sotto il 2% prima di tornare all'obiettivo nel 2027. Alla domanda se ciò riflettesse semplicemente la tendenza dell'inflazione a tornare alla media, ovvero la tendenza statistica a tornare al trend, de Guindos ha riconosciuto la difficoltà.

"Per il 2027, prevediamo che l'inflazione tornerà al 2% perché non ci aspettiamo un ulteriore apprezzamento dell'euro o un calo dei prezzi dell'energia", ha spiegato. "Ma il livello di incertezza è enorme. Dobbiamo basarci sui dati e decidere riunione per riunione".

Ha minimizzato le preoccupazioni di non raggiungere l'obiettivo, osservando che le dinamiche salariali si stavano raffreddando e che la retribuzione per dipendente si è mantenuta intorno al 3%. "Non credo che un'inflazione intorno all'1.4% nel primo trimestre del 1 possa indebolire le aspettative", ha affermato.

Politica fiscale: un jolly sempre più grande

Con l'Europa che prevede un aumento della spesa per la difesa, de Guindos ha valutato le implicazioni fiscali. "Avremo bisogno di maggiore sostegno da parte dei cittadini europei", ha affermato. "I governi dovranno spiegare chiaramente la necessità di una maggiore spesa per la difesa: è una questione di indipendenza e autonomia".

Ha tuttavia avvertito che gran parte della spesa prevista potrebbe richiedere tempo per concretizzarsi. "Questo tipo di spesa richiede tempo per essere attuata, quindi l'impatto su inflazione e crescita non sarà significativo nel breve termine".

Alla domanda se la BCE potesse sostenere tale spesa attraverso misure mirate come il QE o le TLTRO, de Guindos è stato chiaro: "Si tratta di qualcosa di cui non abbiamo discusso".

Dubbi sul dollaro e ascesa dell'euro

Le recenti tensioni geopolitiche e i cambiamenti nella politica monetaria statunitense hanno suscitato crescenti dubbi sul ruolo del dollaro come valuta di riserva dominante. De Guindos ha riconosciuto che alcune banche centrali stanno aumentando le riserve auree, ma ha respinto le voci di un imminente cambiamento.

"Il ruolo del dollaro statunitense come valuta di riserva nel breve termine non verrà messo in discussione", ha affermato. "Nel medio termine, la chiave è ciò che accadrà in Europa: se riusciremo a realizzare un mercato più integrato, l'euro guadagnerà terreno".

Ha anche parlato del recente rafforzamento dell'euro, attualmente scambiato a 1.15 dollari. "Non sarà un grosso ostacolo", ha detto. "Più che un livello specifico, consideriamo la velocità degli sviluppi. Finora, l'evoluzione è stata piuttosto controllata".

Euro digitale: una priorità strategica

La BCE rimane impegnata a lanciare un euro digitale, nonostante la lentezza dei progressi legislativi a Bruxelles. "Dal nostro punto di vista, è abbastanza chiaro che un euro digitale è estremamente rilevante e utile nel contesto dei pagamenti in Europa", ha affermato de Guindos. "Spero che riusciremo a convincere i legislatori".

Ha definito l'euro digitale come un bene pubblico: "Le persone vogliono sempre avere denaro pubblico. Se dubitano di poter trasformare il saldo del loro conto corrente in banconote, allora può verificarsi una corsa agli sportelli. L'euro digitale svolgerà un ruolo simile in un mondo digitale".

Guardando al futuro: revisione della strategia e frammentazione globale

Riflettendo sulle lezioni apprese durante l'impennata dell'inflazione, de Guindos ha sottolineato l'importanza della flessibilità. "Abbiamo imparato che dobbiamo reagire con forza all'inflazione quando è troppo alta", ha affermato. "E ora stiamo prestando maggiore attenzione alle considerazioni sulla stabilità finanziaria".

La prossima revisione strategica della BCE, ha aggiunto, sarà evolutiva, non rivoluzionaria. Si concentrerà su come il quadro globale sia cambiato negli ultimi anni, in particolare alla luce della crescente frammentazione economica.

"Non abbiamo avuto discussioni sul commercio nel 2021", ha osservato. "Ora, il commercio è una delle maggiori incertezze che dobbiamo affrontare".

Conclusione: un banchiere centrale in un mondo multipolare

Mentre la BCE si muove in un mondo caratterizzato da alleanze mutevoli, nuove tecnologie e rinnovate tensioni geopolitiche, de Guindos ha chiarito che l'istituzione si sta preparando per un futuro in cui flessibilità e vigilanza sono fondamentali.

"La politica monetaria non può risolvere tutto", ha concluso. "Ma può continuare ad adattarsi per garantire la stabilità dei prezzi in un mondo in continua evoluzione, e lo farà."

The European Times

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