Il 13 maggio 1981, in Piazza San Pietro in Vaticano, migliaia di persone tremavano nell'attesa di vedere Papa Giovanni Paolo II.
Invece di una vacanza, però, l'incontro con il papa si trasforma in una vera tragedia, quando quattro colpi soffocano gli applausi della folla radunata e lui cade gravemente ferito. Il fuciliere Mehmet Ali Agca, membro degli ultranazionalisti turchi Grey Wolves, è stato arrestato e mandato in un carcere italiano per scontare l'ergastolo.
Agca è stato arrestato e successivamente condannato all'ergastolo da un tribunale italiano. Secondo la sua testimonianza per complicità nella preparazione dell'attacco, sono sospettati i cittadini bulgari Sergey Antonov – capo dell'ufficio della BGA “Balkan” a Roma e gli impiegati della nostra ambasciata in Italia tenente colonnello. Zhelyu Vasilev e Todor Aivazov.
A differenza di Sergei Antonov, i due diplomatici riuscirono a tornare a Sofia, ma per Antonov l'assassinio gli costò una vita. Rimase in custodia dal novembre 1982 al marzo 1986, dopodiché fu rilasciato per mancanza di prove del coinvolgimento nell'assassinio. Accusato, rimane dimenticato da quasi tutti fino alla fine dei suoi giorni. Il governo bulgaro non difende Sergei Antonov.
Durante la sua visita in Bulgaria nell'incontro con il presidente Georgi Parvanov, il Papa ha ammesso di non aver mai creduto che la Bulgaria fosse coinvolta nell'attacco. Questo alla fine dissipa i dubbi e le teorie del complotto su questo.
Su richiesta di papa Agca, è stato graziato dal presidente italiano Carlo Champi nel giugno 2000, ma è stato rimpatriato in un carcere turco dove stava scontando una condanna per l'omicidio di un giornalista turco.