In vista della votazione odierna della proposta di risoluzione del Parlamento europeo sulla persecuzione delle minoranze per motivi di credo o religione, il Segretario Generale della COMECE, p. Manuel Barrios Prieto, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione, nonché il diritto inerente alla vita, sono diritti umani fondamentali riconosciuti dal diritto internazionale. Sono al di sopra del consenso politico, poiché la loro fonte diretta è l'inalienabile dignità umana di ogni essere umano. È responsabilità e dovere delle autorità politiche, compreso il Parlamento europeo, proteggerle, difenderle e promuoverle in tutto il mondo, così come tutti gli altri diritti umani riconosciuti a livello internazionale e radicati nella dignità umana enunciati nella Carta internazionale dei diritti umani.
Qualsiasi tentativo di ledere il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione e il diritto alla vita attraverso interpretazioni abusive che ne limitino indebitamente la portata legittima o li sottopongano a "cosiddetti diritti umani" di nuova creazione e non consensuali, compreso l'aborto, costituiscono una grave violazione del diritto internazionale che scredita l'Unione europea davanti alla comunità internazionale e davanti a milioni di cittadini europei.
Qualsiasi trattamento di questi diritti umani come diritti di seconda classe contraddice la Dichiarazione e il Programma d'azione della Conferenza mondiale di Vienna sui diritti umani del 1993, che invita la comunità internazionale a considerare tutti i diritti umani "in modo equo ed equo, sullo stesso piano e con la stessa enfasi”.
Inoltre, questa proposta di risoluzione, nella sua formulazione attuale, non sarà di aiuto per milioni di credenti che sono vittime di persecuzioni a causa della loro fede, in particolare donne e ragazze vulnerabili, poiché la loro situazione sarà oscurata e resa invisibile dando priorità altri interessi politici”.