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il Nord Kivu, nella provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC), dove il 22 febbraio scorso, l'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio; Il carabiniere italiano, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo, l'autista congolese delle Nazioni Unite sono stati uccisi, ci sono già state diverse altre stragi di civili innocenti, riporta il servizio di stampa cattolico, Agenzia Fides.
Una ONG locale, il Centro per la promozione della pace, della democrazia e dei diritti umani (CEPADHO), in un messaggio a Agenzia Fides, ha dettagliato i massacri dall'uccisione dell'ambasciatore italiano.
Più di 20 civili uccisi
Secondo CEPADHO, negli ultimi giorni almeno 23 civili sono morti negli attacchi nelle aree di Beni (Nord Kivu) e Irumu (Ituri): 17 a Kisima nel distretto di Ruwenzori, una a Oicha (capoluogo della regione di Beni ), 2 a Kokola nel distretto di Beni-Mbau e 3 a Kpolimumu, nel distretto di Irumu.
Prima di allora, cinque civili sono stati uccisi in un massacro a Musandba (5 km a nord-ovest di Oicha), nel distretto di Beni-Mbau, e in una serie di imboscate perpetrate sulla strada da Beni a Kasindi.
ADF/MTM: uno dei principali autori di violenze nell'est del Congo
Ci sono diverse milizie, mercenari e gruppi terroristici che operano nella provincia orientale della RDC. Tuttavia, il CEPADHO ha attribuito i recenti attacchi ai civili a un gruppo ribelle, originario dell'Uganda, l'ADF (Allied Democratic Forces).
Il gruppo compie attacchi nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) dagli anni '1990, quando i ribelli sono arrivati sulla scena con un'agenda politica. Da allora hanno abbandonato le loro richieste politiche e sono degenerati in un gruppo di milizie terroristiche coinvolto nel traffico di minerali dalla RDC orientale. Negli ultimi anni, le milizie dell'ADF hanno iniziato a chiamarsi "Madinat Tawhid wa-l-Muwahidin (MTM)". La loro presunta “affiliazione” allo Stato Islamico (IS) è oggetto di polemiche e speculazioni.