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Venerdì, aprile 26, 2024
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Il lungo COVID potrebbe essere collegato agli effetti di SARS-CoV-2 sul nervo vago

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Una nuova ricerca che sarà presentata al Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive di quest'anno (ECCMID 2022, Lisbona, 23-26 aprile) suggerisce che molti dei sintomi collegati alla sindrome post-COVID (PCC, nota anche come COVID lungo) potrebbero essere legato all'effetto del virus sul nervo vago, uno dei nervi multifunzionali più importanti del corpo. Lo studio è della dott.ssa Gemma Lladós e della dott.ssa Lourdes Mateu, dell'ospedale universitario Germans Trias i Pujol, Badalona, Spagna, e colleghi.

Il nervo vago si estende dal cervello fino al busto e nel cuore, nei polmoni e nell'intestino, nonché in diversi muscoli, compresi quelli coinvolti nella deglutizione. In quanto tale, questo nervo è responsabile di un'ampia varietà di funzioni corporee tra cui il controllo della frequenza cardiaca, della parola, del riflesso del vomito, il trasferimento del cibo dalla bocca allo stomaco, lo spostamento del cibo attraverso l'intestino, la sudorazione e molti altri.

Long COVID è una sindrome potenzialmente invalidante che colpisce circa il 10-15% dei soggetti sopravvissuti acido reflusso) è stato osservato in 9 su 19 (47%) individui; con 4 di questi 9 (44%) che hanno di nuovo difficoltà a consegnare il cibo allo stomaco e 3 di questi 9 (33%) con ernia iatale, che si verifica quando la parte superiore dello stomaco si gonfia attraverso il diaframma nella cavità toracica.

Un test Voice Handicap Index 30 (un metodo standard per misurare la funzione vocale) è risultato anormale in 8/17 (47%) casi, con 7 di questi 8 casi (88%) affetti da disfonia.

Gli autori affermano: “In questa valutazione pilota, i soggetti più lunghi con COVID con sintomi di disfunzione del nervo vago presentavano una serie di alterazioni strutturali e/o funzionali significative, clinicamente rilevanti, nel nervo vago, tra cui ispessimento del nervo, difficoltà di deglutizione e sintomi di respirazione alterata. I nostri risultati finora indicano quindi la disfunzione del nervo vago come una caratteristica fisiopatologica centrale del lungo COVID”.

Incontro: Il Congresso Europeo di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive (ECCMID 2022)

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