di Linda Bordoni
Il card.
Intervenuto poco dopo l'urgente e ripetuto appello di papa Francesco a fermare la guerra “in nome di Dio”, il cardinale Parolin è stato intervistato dalla televisione di Stato italiana. Ricordando il suo colloquio di pochi giorni fa con il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, il cardinale ha spiegato che, pur avendo preso atto della proposta della Santa Sede, da parte russa “non ci sono stati finora segnali” che indichino una propensione ad approfittare dell'opportunità.
Il Cardinale ha anche sottolineato, però, che “non è importante che l'offerta della Santa Sede venga accolta. L'importante è trovare un modo per porre fine a tutto ciò che sta accadendo”, e ha espresso la speranza che i contatti in corso e altre mediazioni abbiano un esito positivo.
D'altra parte, ha detto il cardinale Parolin, la Chiesa sta facendo molto, ricordando i ripetuti appelli del Papa alla pace, alle iniziative di preghiera, alla solidarietà e ai continui contatti con il Nunzio apostolico a Kiev.
Il Cardinale Segretario di Stato ha anche sottolineato l'importanza delle numerose manifestazioni che chiedono la fine del conflitto in Ucraina, ricordando che, durante l'Angelus, il Papa ha invitato tutti a unirsi «per chiedere la fine della guerra».
Segni di speranza
Anche in Russia, ha osservato, ci sono molti movimenti per la pace, e questo è un segno di speranza.
Infine, commentando le parole di papa Francesco all'Angelus di questa domenica, il cardinale Parolin si è detto colpito non solo dalle parole del Papa, che sono state forti e incisive, ma anche dal modo in cui ha parlato rivelando il dolore che prova.
“Non può che essere così. Siamo tutti addolorati e sconvolti da questa guerra che non ha senso”.