La consultazione elettorale in Cile ha visto un'ampia partecipazione popolare con quasi il 62% dei votanti. Circa sette milioni di cileni hanno votato contro l'emendamento mentre il 38 per cento, 4.2 milioni, ha votato a favore del testo. Il presidente Gabriel Boric ha reagito dicendosi pronto a riprendere il cammino del dialogo in accordo con il Parlamento.
Vescovi: tempo di riflessione
I vescovi del Paese hanno affermato che il referendum nazionale invita alla riflessione, soprattutto vista l'ampia affluenza alle urne. Lo ha sottolineato il vescovo ausiliare di Santiago del Cile, Alberto Lorenzelli, descrivendo la sua reazione in un'intervista a Vatican News rispondendo alle seguenti domande.
Qual è la sua reazione rispetto al voto di domenica?
Siamo molto contenti dell'ampia partecipazione popolare nel prendere parte attivamente a questo voto. Ma soprattutto siamo contenti di ciò che questo riflette sull'anima del popolo cileno che vuole l'unità, che vuole la fraternità, che vuole superare i conflitti, che vuole vedere un paese in pace dove le persone si uniscono di nuovo per superare la violenza, superare divisioni, e avere una Costituzione che risponda ai sentimenti di tutti.
Com'è la situazione sociale in Cile in questo momento?
La situazione sociale che sta vivendo il Cile riguarda la presenza di gruppi violenti che non rispettano il lavoro e la vita cittadina. Questo sconvolge le cose e provoca sofferenza. Ci auguriamo che ora con l'esito delle votazioni ci sia un momento di riflessione per tutti, anche per tutti questi gruppi che non si riconoscono nell'esito di questo referendum. È importante cercare l'unità, il rispetto per le persone e che la violenza e la distruzione non abbiano il sopravvento nella vita del Paese.
