"La vita di chi è nel bisogno non dovrebbe mai essere ridotta alle tattiche dei giochi geopolitici", Csaba Kőrösi, Presidente della 77a sessione dell'Assemblea Generale, disse.
“L'azione umanitaria deve essere sempre guidata dai principi di imparzialità, neutralità e indipendenza. In quanto tale, un'assistenza umanitaria efficace non può mai essere tenuta in ostaggio da alcun interesse politico", ha aggiunto.
Due risoluzioni fallite
Il il veto è un potere di voto speciale degli Stati membri permanenti al Consiglio, in base al quale se uno qualsiasi dei cinque membri permanenti - Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti - esprime un voto negativo, la risoluzione o la decisione fallisce automaticamente.
Il 11 luglio l'a Consiglio di Sicurezza risoluzione sul rinnovo di un meccanismo di fornitura di aiuti transfrontalieri dalla Türkiye alla Siria settentrionale, mancato dopo che la Russia ha posto il veto alla bozza. Tredici dei 15 membri del Consiglio hanno votato a favore e la Cina si è astenuta.
Sempre in data 11 luglio, anche una seconda delibera di proroga semestrale del meccanismo non è riuscito ad adottare in quanto mancava il numero richiesto di voti favorevoli. La risoluzione è stata presentata dalla Russia e sostenuta dalla Cina. Tre Stati membri (Francia, Regno Unito e Stati Uniti) hanno votato contro e 10 si sono astenuti.
La mancata estensione del meccanismo ha praticamente bloccato tutti i convogli di aiuti, lasciando oltre 4.1 milioni di persone, per lo più donne e bambini, tagliate fuori dalle forniture essenziali.
Il valico di Bab al-Hawa è stato la spina dorsale delle operazioni di soccorso nella regione dal 2014, gestendo oltre l'85% delle consegne di aiuti.
Dai priorità ai bisogni
Il presidente dell'Assemblea Csaba Kőrösi ha esortato i membri del Consiglio di sicurezza a dare la priorità ai bisogni della popolazione colpita.
“Al Consiglio di sicurezza, vi invito ad essere consapevoli della realtà e orientati verso soluzioni autentiche; dare urgente priorità alla cooperazione a lungo termine rispetto alla divisione; e l'imperativo umanitario rispetto al rischio calcolato”, ha affermato.
“Insieme, abbiamo il potere di fare una differenza significativa. Il popolo siriano conta su di noi per ottenere risultati”, ha concluso Kőrösi.