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Il Sinodo russo ha finalmente destituito l’ex “esarca africano” metropolita Leonid di Klin

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L'ex metropolita di Klin, Leonid (Gorbaciov), che divenne noto come “l'esarca del patriarca di Mosca in Africa”, fu definitivamente rimosso dalla carriera ecclesiastica dal santo Sinodo della Chiesa russa. Nell'ottobre di quest'anno è stato rimosso dal suo incarico in Africa e inviato a capo della diocesi armena-yerevan della Chiesa ortodossa russa, dove la Chiesa russa ha una piccola comunità. Nella sua ultima riunione del 27 dicembre, il sinodo russo lo ha privato anche di quell’incarico, senza spiegazioni, e lo ha mandato “a riposo”, che è il termine con cui la Chiesa lo manda in pensione.

Il pensionamento (dimissioni) di un vescovo nella Chiesa ortodossa russa avviene solitamente al raggiungimento dei 75 anni, molto spesso “in segno di gratitudine per il suo lavoro”. L'ex metropolita Leonid (Gorbaciov) è ancora giovane – ha 55 anni (è nato nel 1968) e non gli è stato reso alcun ringraziamento. I media russi hanno commentato le informazioni non ufficiali secondo cui la decisione sarebbe stata dovuta alla “creazione di gravi conflitti interpersonali e inter-ecclesiali”.

Nel 2021, la ROC ha avviato un'azione penale sotto la giurisdizione del Patriarcato di Alessandria per essere entrata in comunione con la Chiesa ortodossa dell'Ucraina. Diversi chierici russi furono inviati lì per strappare le parrocchie del Patriarcato di Alessandria e costruire nuove strutture ecclesiastiche nel continente africano. Nella sua veste di “Esarca africano”, il metropolita Leonida aveva minacciato che “molto presto il patriarca Teodoro firmerà l'atto di capitolazione completa del Patriarcato di Alessandria”. Fu deposto dal Santo Sinodo del Patriarcato di Alessandria per attività scismatica nella sua giurisdizione, di cui furono informate tutte le chiese ortodosse locali. Sebbene il Sinodo bulgaro non abbia osato condannare le azioni russe in Africa, i metropoliti bulgari hanno deciso di “astenersi dalla comunione” con il religioso deposto.

Dopo l’assassinio del patrono e sponsor del metropolita Leonid, Evgenij Prigozhin, l’aspirante vescovo cadde in disgrazia e fu rimosso dal suo incarico di “esarca africano”.

Secondo gli osservatori, l’interesse del Cremlino per la “missione africana” della Chiesa ortodossa russa è diminuito e, dopo la morte di Prigozhin, le attività dei “missionari russi” sono rimaste senza finanziamenti.

Negli ambienti della Chiesa alessandrina commentano con amara ironia che, sebbene la rimozione dall'incarico dell'odioso vescovo non sia avvenuta secondo il proprio ordine ecclesiastico-canonico, Dio ha trovato il modo di attuare la decisione del loro sinodo.

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