Il 13 gennaio il tribunale della chiesa diocesana di Mosca ha annunciato la sua decisione nel caso di padre Alexei Uminsky, privandolo del grado sacerdotale. Quella di oggi è stata la terza sessione del tribunale, poiché p. Alexey non si è presentato. Secondo le regole del tribunale ecclesiastico, nella terza riunione la decisione può essere presa senza la presenza dell'“imputato”.
Secondo la decisione “…ai sensi dell'art. 45, par. 3 del Regolamento del Tribunale Ecclesiastico della Chiesa Ortodossa Russa (Patriarcato di Mosca): si riconosce che, in base alla Regola Apostolica 25, padre Alexey Uminsky è soggetto a privazione del grado per violazione del giuramento sacerdotale (spergiuro) – e altro ancora precisamente, il rifiuto di adempiere alla benedizione patriarcale di leggere la preghiera per Santa Rus nella divina Liturgia”.
La decisione è stata trasmessa al Patriarca Kirill per l'approvazione.
Si tratta del secondo prete di Mosca ad essere privato del suo sacerdozio per essersi rifiutato di leggere la cosiddetta “preghiera di guerra” inclusa nella liturgia dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Il primo è stato p. John Koval, che invece della “vittoria” pregò per la “pace”. A differenza di p. Ioan Koval, che non era un personaggio pubblico, p. Alexey Uminsky è un predicatore conosciuto in tutto il Paese, un sacerdote di grande autorità a Mosca. I suoi sermoni e articoli sono stati pubblicati in varie lingue. In sua difesa è stata inviata una lettera aperta al Patriarca Kirill, firmata da più di diecimila persone, tra cui 29 sacerdoti e 12 diaconi. Com'era prevedibile, la loro lettera rimase inascoltata.
Le autorità insistono nel voler leggere la preghiera per la “Vittoria della Santa Russia” durante la liturgia per due motivi: primo, è un'espressione di lealtà alla politica del Cremlino e del Patriarcato di Mosca che lo sostiene; allo stesso tempo, in secondo luogo, fa parte del complesso di misure promosse dalla Chiesa ortodossa in Russia per militarizzare la società. Alla ROC è stato assegnato l’importante ruolo ideologico di presentare l’aggressione russa contro l’Ucraina come un evento metafisico di natura religiosa e quindi di giustificarla.