di James Blears
In Messico, dove i poveri hanno un accesso molto limitato e sporadico ai servizi sanitari e all'ospedale, fino al cinquanta per cento di quelli testati mostra sintomi di Covid-19.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che questo mostra un errore di strategia con la pandemia. L'OMS insiste sul fatto che ci sono sensibilmente più casi di Covid di quanti sembri.
Il suo direttore esecutivo del programma di emergenza, Mike Ryan, sottolinea: "Molto sicuramente la portata dei test rimane limitata con solo tre test ogni centomila persone".
L'OMS chiede test completi come priorità fondamentale per prevenire nuovi focolai.
La situazione attuale mostra una cattiva gestione nel trattamento e nella restrizione della pandemia.
Forte impatto sui gruppi indigeni
Ryan sottolinea inoltre che la pandemia sta avendo un impatto diverso e significativo sulle enclavi indigene in Messico.
“Ci sono un gran numero di persone delle comunità indigene che riferiscono di Covid 19”, dice.
Oltre a questo, molti di questi non credono che la malattia sia reale e ci sono state diverse manifestazioni violente.
Le autorità sanitarie messicane riferiscono che ci sono 544,734 infezioni a livello nazionale, 376,409 guarigioni e 59,610 decessi, ma riconoscono apertamente che questo è significativamente inferiore al totale reale.
La pandemia ha colpito il Messico ancora più duramente, a causa dell'elevata incidenza di gravi condizioni di salute tra cui ipertensione, diabete, obesità e problemi cardiaci.
L'OMS afferma che l'introduzione di un vaccino non fornirà una panacea totale. Si stima inoltre che andranno persi quindici milioni di posti di lavoro.