Il Consiglio ha deciso oggi di abrogare la sua decisione adottata nel 2016, che imponeva la sospensione dell'assistenza finanziaria diretta all'amministrazione o alle istituzioni del Burundi. Con l'abrogazione, l'UE potrà quindi riprendere questo tipo di cooperazione con l'amministrazione burundese.
La decisione odierna di revocare le restrizioni è il risultato del pacifico processo politico iniziato con le elezioni generali del maggio 2020 e che ha aperto una nuova finestra di speranza per la popolazione del Burundi.
Dopo le elezioni del 2020, l'UE ha riconosciuto i progressi compiuti dal governo burundese in materia diritti umani, il buon governo e lo Stato di diritto, nonché gli impegni assunti nella sua tabella di marcia ('feuille de route') verso ulteriori miglioramenti in tali settori. Inoltre, un gran numero di rifugiati è tornato volontariamente in Burundi e la cooperazione con la comunità internazionale e con i paesi vicini è stata rivitalizzata.
Permangono sfide persistenti nei settori dei diritti umani, del buon governo, della riconciliazione e dello Stato di diritto. Ulteriori progressi sarebbero vantaggiosi per tutti i burundesi, anche attraverso l'attuazione della tabella di marcia, nel quadro del dialogo politico UE-Burundi in corso.
L'UE, insieme ad altri partner internazionali, è pronta a sostenere gli sforzi in corso delle autorità del Burundi per stabilizzare e consolidare le istituzioni democratiche, promuovere i diritti umani, il buon governo e lo Stato di diritto e per attuare gli impegni assunti nella tabella di marcia verso ulteriori miglioramenti in quelle zone.
Contesto e prossimi passi
A seguito del deterioramento della situazione in Burundi in vista delle elezioni legislative e presidenziali di giugno e luglio 2015, l'UE ha ritenuto che la Repubblica del Burundi non rispettasse gli elementi essenziali di cui all'articolo 9 dell'ACP-UE Accordo di partenariato in materia di diritti umani, democrazia e stato di diritto.
Pertanto, il 13 novembre 2015 il Consiglio ha avviato la procedura che ha portato all'adozione nel 2016 della decisione 2016/394 e delle misure appropriate a norma dell'articolo 96, paragrafo 2, lettera c), dell'accordo di partenariato ACP-UE.