OMS capo Tedros Adhanom Ghebreyesus riconosciuto la sua “acuta” consapevolezza che ogni decisione circa l'eventuale determinazione comporta “la considerazione di molti fattori, con l'obiettivo ultimo di tutelare la salute pubblica”.
Il comitato ha già contribuito a "delineare le dinamiche di questo focolaio", ha affermato nelle sue osservazioni di apertura ai membri del comitato e ai consulenti.
"Man mano che l'epidemia si sviluppa, è importante valutare l'efficacia degli interventi di salute pubblica in diversi contesti, per capire meglio cosa funziona e cosa no".
"Discriminazione pericolosa per la vita"
vaiolo delle scimmie, una rara malattia virale, si verifica principalmente nelle aree della foresta pluviale tropicale dell'Africa centrale e occidentale, sebbene sia stata esportata in altre regioni.
Quest'anno sono stati segnalati più di 14,000 casi in 71 Stati membri, da tutte e sei le regioni dell'OMS.
Mentre la tendenza in alcuni paesi è diminuita, altri sono in aumento. Alcuni, con un minore accesso alla diagnostica e ai vaccini, rendono più difficile tracciare e arginare l'epidemia.
Tedros lo ha rivelato sei paesi hanno segnalato i loro primi casi la scorsa settimana e che la stragrande maggioranza continua a essere tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini.
"Questo modello di trasmissione rappresenta sia un'opportunità per attuare interventi mirati di salute pubblica, sia una sfida perché in alcuni paesi le comunità colpite devono affrontare una discriminazione pericolosa per la vita", ha affermato.
Ha avvertito di "una preoccupazione molto reale" che gli uomini che fanno sesso con uomini potrebbero essere "stigmatizzati o incolpati ... rendendo l'epidemia molto più difficile da rintracciare e fermare".
Curare il vaiolo delle scimmie
Uno degli strumenti più potenti contro vaiolo delle scimmie è l'informazione, il capo dell'OMS ha affermato.
"Più informazioni hanno le persone a rischio di Monkeypox, più sono in grado di proteggersi”, ha detto Tedros. "Purtroppo, le informazioni condivise con l'OMS dai paesi dell'Africa occidentale e centrale sono ancora molto scarse".
L'impossibilità di caratterizzare la situazione epidemiologica in quelle regioni rappresenta una “sfida sostanziale” alla progettazione di interventi in grado di controllare la malattia storicamente trascurata.
L'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite sta lavorando a stretto contatto con le comunità colpite in tutte le sue regioni e, con l'evolversi dell'epidemia, ha chiesto un accesso maggiore, "mirato e mirato" a tutte le contromisure per le popolazioni più colpite.
Nel frattempo, sta convalidando, procurando e spedisce test in più paesi e continua a fornire supporto per un accesso ampliato a una diagnostica efficace.
Il comitato discuterà le ultime prove e condizioni fino a giovedì e annuncerà la sua decisione nei prossimi giorni.