12 C
Bruxelles
Domenica, Aprile 28, 2024
Scelta dell'editoreVerso un mondo equo e giusto per tutti

Verso un mondo equo e giusto per tutti

Di Leonid Sevastianov - Presidente dell'Unione Mondiale dei Vecchi Credenti e Direttore Esecutivo della Fondazione San Gregorio

DISCLAIMER: Le informazioni e le opinioni riprodotte negli articoli sono di chi le esprime ed è sotto la propria responsabilità. Pubblicazione in The European Times non significa automaticamente l'approvazione del punto di vista, ma il diritto di esprimerlo.

DISCLAIMER TRADUZIONI: Tutti gli articoli di questo sito sono pubblicati in lingua inglese. Le versioni tradotte vengono eseguite attraverso un processo automatizzato noto come traduzioni neurali. In caso di dubbio, fare sempre riferimento all'articolo originale. Grazie per la comprensione.

Autore ospite
Autore ospite
Guest Author pubblica articoli di contributori da tutto il mondo

Di Leonid Sevastianov - Presidente dell'Unione Mondiale dei Vecchi Credenti e Direttore Esecutivo della Fondazione San Gregorio

Nella storia delle guerre dell'ultimo millennio, la piattaforma principale dei conflitti è stata l'Europa. Ma grazie a decisioni straordinarie prese dopo la seconda guerra mondiale (ad esempio, invece di continuare il confronto, Germania e Francia hanno creato una struttura di relazioni reciprocamente vantaggiose - l'Unione Europea), l'idea di una nuova guerra è stata praticamente esclusa dai rapporti tra gli avversari storici. Purtroppo alcune istituzioni nate nella seconda metà del secolo scorso si sono rivelate meno efficaci. Le Nazioni Unite non sono riuscite sin dalla loro creazione a prevenire guerre importanti, principalmente a causa della mancanza di meccanismi per risolvere i conflitti militari con mezzi diplomatici se i membri del Consiglio di sicurezza sono coinvolti nel conflitto. Né è stato in grado di stabilire un'effettiva istituzione di negoziazione tra i membri del Consiglio in conflitto militare.

Il mondo ha bisogno di una nuova istituzione e anche di una diversa visione delle relazioni tra i Paesi. Il mondo ha bisogno di essere più unito e più giusto per tutti, dove gli avversari di oggi diventano alleati. Manca, infatti, un progetto che riunisca tutti i Paesi del mondo in una causa comune.

Nel mondo moderno esiste un solo centro assolutamente neutrale ed “equidistante” che può creare le condizioni per il dialogo tra Paesi in conflitto. Questo è Papa Francesco, che nel processo di negoziazione globale offre una speranza reale che sia possibile uscire dal conflitto in Ucraina in una nuova realtà creativa. Francesco, da una parte, è inconciliabile con i mali della guerra; dall'altro, mantiene la sua neutralità politica con tutte le parti in conflitto, e questo crea una nuova base per il dialogo delle civiltà.

Il Papa funge da arbitro moderatore nella ricerca di un mondo giusto e di una formula di pace che soddisfi tutti, offrendo il Vaticano come piattaforma per i processi negoziali delle parti in conflitto. Qui è importante sottolineare che il Vaticano è uno stato neutrale, il Papa ne è il capo e, nel suo servizio alla costruzione della pace, può elevarsi al di sopra del quadro confessionale del cattolicesimo, presentando il Vaticano non come la “capitale della Chiesa”, ma come piattaforma internazionale di dialogo tra paesi di tradizioni e culture diverse. Immagino la presenza in Vaticano di esponenti ortodossi, musulmani, ebrei, buddisti e confuciani, anche atei, con il Papa a fare da moderatore.

In questo contesto, il Vaticano è il tassello chiave del puzzle del sistema delle relazioni internazionali, il soggetto di diritto capace di far ripartire l'attività dell'Onu, rendendola vitale ed efficace. È chiamato a diventare un'istituzione in cui diventino effettivi i negoziati di pace tra i membri del Consiglio di Sicurezza. A tal fine, il Vaticano e la figura del Papa si trasformano da simboli dell'Occidente, cioè una parte del ghetto occidentale, a centro su scala veramente universale, simbolo unificante di Oriente, Occidente, Nord e Sud. Le riforme di papa Francesco, spesso criticate dai fedeli cattolici, in realtà indicano la strada in questa direzione: fuori dal ghetto occidentale verso la costruzione di un mondo unico, giusto per tutti.

Le guerre non scompariranno finché durerà la storia. Ma una cosa è certa: meno guerre ci saranno, più vicini saremo al Regno dei Cieli. E il ruolo del Papa e di un nuovo Vaticano come nuova Gerusalemme sono fondamentali in questo processo.

- Annuncio pubblicitario -

Più da parte dell'autore

- CONTENUTI ESCLUSIVI -spot_img
- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio pubblicitario -spot_img
- Annuncio pubblicitario -

Devi leggere

Articoli Recenti

- Annuncio pubblicitario -