Le conseguenze del cambiamento climatico minacciano sempre più balene e delfini, afferma un nuovo rapporto citato dalla DPA.
L'organizzazione non governativa “Conservazione delle balene e dei delfini” ha pubblicato il documento in occasione della conferenza sul clima COP 28, che si tiene a Dubai.
Il rapporto avverte che il riscaldamento degli oceani sta avendo un impatto drammatico su un gran numero di specie e che i loro habitat stanno cambiando così rapidamente che gli animali stanno iniziando a competere o addirittura a combattere tra loro.
L’aumento delle temperature ha portato ad un aumento delle fioriture algali, che rilasciano tossine. L'organizzazione afferma che vengono trovati sempre più spesso nelle balene e nei delfini morti.
Inoltre, le tossine possono rallentare le reazioni degli animali, esponendoli a rischi maggiori, come le collisioni con le navi.
"L'improvvisa mortalità di massa è molto probabilmente dovuta alla fioritura algale", si legge nel rapporto citato dalla DPA.
Secondo lui, nel 343 in Cile sono morte almeno 2015 balene sdentate (Mysticetes), di cui più dei due terzi hanno riscontrato concentrazioni estremamente elevate di tossine paralizzanti.
Un problema è anche la riduzione del krill – una delle fonti di cibo più importanti per questi mammiferi, sottolinea l’organizzazione. Sta diminuendo a causa della pesca industriale e dell’aumento della temperatura dell’acqua.
La carenza di cibo fa sì che i mammiferi marini possano immagazzinare meno grassi e non abbiano più abbastanza energia per le loro migrazioni stagionali. Si osserva inoltre che molti animali non si recano più in acque più calde per accoppiarsi. Il risultato: meno animali giovani.
La creazione di aree protette è di particolare importanza per gli animali, così come il raggiungimento degli obiettivi delineati nell’accordo di Parigi del 2015 – limitare, se possibile, l’aumento della temperatura globale a 1.5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali.
I governi e l’industria devono vietare le pratiche di pesca distruttive, sollecita il rapporto. Gli autori ritengono che dovrebbero essere introdotti limiti di cattura e attrezzi da pesca alternativi, osserva la DPA.
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