7 C
Bruxelles
Sabato, Aprile 27, 2024
ReligioneCristianesimo“Non bisogna essere orgogliosi né della patria né degli antenati...”

“Non bisogna essere orgogliosi né della patria né degli antenati…”

DISCLAIMER: Le informazioni e le opinioni riprodotte negli articoli sono di chi le esprime ed è sotto la propria responsabilità. Pubblicazione in The European Times non significa automaticamente l'approvazione del punto di vista, ma il diritto di esprimerlo.

DISCLAIMER TRADUZIONI: Tutti gli articoli di questo sito sono pubblicati in lingua inglese. Le versioni tradotte vengono eseguite attraverso un processo automatizzato noto come traduzioni neurali. In caso di dubbio, fare sempre riferimento all'articolo originale. Grazie per la comprensione.

Autore ospite
Autore ospite
Guest Author pubblica articoli di contributori da tutto il mondo

Da San Giovanni Crisostomo

"Perché sei orgoglioso della tua patria", dice, quando ti comando di essere un vagabondo per l'intero universo, quando puoi diventare tale che il mondo intero non sarà degno di te? Da dove vieni è così poco importante che gli stessi filosofi pagani non gli attribuiscono alcuna importanza, lo chiamano esterno e gli danno l'ultimo posto. Tuttavia Paolo lo ammette, direte voi, quando dice: «riguardo all'elezione, amati da Dio a causa dei padri» (Rm. 11: 28). Ma ditemi, quando, di chi e a chi dice questo? I pagani convertiti, orgogliosi della loro fede, si ribellarono agli ebrei e così li alienarono ancora di più da se stessi. Quindi, lo dice per abbattere l'arroganza in alcuni e per attrarre ed eccitare altri ad una simile gelosia. Quando parla di quegli uomini nobili e grandi, allora ascoltate cosa dice: “perché quelli che parlano così dimostrano che cercano la patria. E se avessero in mente la patria da cui provengono, avrebbero tempo per ritornare; ma cercavano ciò che era migliore, cioè ciò che era celeste» (Ebr. 11: 14-16). E ancora: «Tutti questi morirono nella fede, senza ricevere le promesse, ma le videro solo da lontano e si rallegrarono» (Ebr. 11: 13). Proprio allo stesso modo, Giovanni diceva a coloro che andavano da lui: «Non pensate di dire a voi stessi: “Abbiamo Abramo per padre”» (Matteo 3); anche Paolo: «Non tutti gli Israeliti che sono d'Israele, non figli della carne, sono figli di Dio» (Rm. 9: 6,8). Infatti, dimmi, che vantaggio ebbero i figli di Samuele dalla nobiltà del padre, quando essi stessi non ne ereditarono la virtù? A cosa servirebbero i figli di Mosè che non fossero gelosi della sua vita severa? Non hanno ereditato il suo potere. Furono scritti dai suoi figli, ma il governo del popolo passò ad un altro che era suo figlio in virtù. Al contrario, ferì Timoteo il fatto di avere un padre gentile? Quale beneficio trasse ancora il figlio di Noè dalla virtù di suo padre se diventò schiavo da un uomo libero? Vedi quanta poca protezione hanno i figli nella nobiltà del padre? La corruzione della volontà vinse le leggi della natura e privò Cam non solo della nobiltà dei suoi genitori, ma anche della libertà stessa. Inoltre, non era Esaù il figlio di Isacco, che intercedeva per lui? Sebbene suo padre cercasse e volesse che partecipasse alla benedizione, e lui stesso adempì a tutti i suoi comandi per questo scopo, ma poiché era magro, tutto ciò non lo aiutò. Nonostante fosse per natura il primogenito e suo padre, insieme a lui, cercasse in ogni modo di preservare il suo vantaggio, lui però perse tutto, perché non aveva Dio con sé. Ma cosa dico degli individui? Gli ebrei erano figli di Dio, eppure non guadagnavano nulla da questa dignità. Quindi, se qualcuno, pur essendo figlio di Dio, viene punito ancora di più per non aver mostrato virtù degne di tale nobiltà, allora che ne dici di ostentare la nobiltà dei suoi nonni e bisnonni? E non solo nell'Antico Testamento, ma anche nel Nuovo Testamento si trova la stessa cosa. «E a coloro che — è detto — lo hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio, a quelli che credono nel suo nome» (Gv 1); intanto per molti di questi figli, secondo Paolo, è del tutto inutile avere un Padre simile.

Se Cristo è del tutto inutile per chi non vuole ascoltarsi, a che serve l'intercessione umana? Non siamo dunque orgogliosi né della nobiltà né della ricchezza, ma disprezziamo coloro che si gonfiano di tali vantaggi; Non scoraggiamoci a causa della povertà, ma cerchiamo la ricchezza che sta nelle buone azioni e rifuggiamo la povertà che ci porta al peccato. Per quest'ultimo motivo, il famoso ricco era infatti povero, motivo per cui non poteva, nonostante le intense richieste, ricevere nemmeno una goccia d'acqua. Nel frattempo, c'è un tale mendicante tra noi che non vorrebbe avere acqua per rinfrescarsi? Non c'è nessuno; e coloro che si stanno sciogliendo per la fame estrema possono avere una goccia d'acqua, e non solo una goccia d'acqua, ma un'altra consolazione molto più grande. Ma questo uomo ricco non aveva nemmeno questo: era così povero e, cosa più dolorosa di tutte, non poteva trovare consolazione nella sua povertà da nessuna parte. Allora perché bramiamo il denaro quando non ci porta in paradiso? Dimmi, se un re terreno dicesse che un uomo ricco non può brillare nei suoi palazzi reali, o ottenere alcun onore, non getterebbero tutti via i loro beni con disprezzo? Se dunque siamo pronti a disprezzare la proprietà quando ci priva dell'onore del re della terra, allora con la voce del Re del cielo, che ogni giorno grida e dice che è sconveniente entrare con ricchezze in quei sacri vestiboli, non disprezzeremo tutto e rifiuteremo la ricchezza? entrare liberamente nel suo regno?

Fonte: San Giovanni Crisostomo, Interpretazione del Vangelo di Matteo. vol. 7. Libro 1. Conversazione 9.

- Annuncio pubblicitario -

Più da parte dell'autore

- CONTENUTI ESCLUSIVI -spot_img
- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio pubblicitario -
- Annuncio pubblicitario -spot_img
- Annuncio pubblicitario -

Devi leggere

Articoli Recenti

- Annuncio pubblicitario -