Notizie | Parlamento europeo
Martedì, i comitati per le libertà civili e i diritti delle donne hanno chiesto una legislazione per combattere la violenza informatica di genere.
Il progetto di relazione di iniziativa legislativa, approvato con 76 voti favorevoli, 8 contrari e 8 astenuti, ribadisce la mancanza da parte dell'UE di un quadro giuridico per combattere la ciberviolenza di genere, nonché la mancanza di meccanismi efficaci di protezione e sostegno per le vittime, nonostante il picco di casi dovuti alla pandemia di COVID-19.
I deputati considerano la violenza di genere offline e online come facce dello stesso problema. Sottolineano il fatto che l'effetto agghiacciante della violenza informatica di genere spesso si riversa nel mondo reale, il che significa che tende a essere sottostimato. I deputati ribadiscono inoltre che tutti i tipi di discriminazione sono esacerbati online e si intersecano, con conseguenze più estreme per le persone vulnerabili come le donne migranti, le minoranze, le persone che si identificano come LGBTIQ e gli adolescenti.
Lotta alla cyberviolenza di genere ai sensi del diritto dell'UE
I deputati chiedono una direttiva per stabilire una definizione di diritto penale comune della violenza informatica di genere e per armonizzare le sanzioni contro i trasgressori. La direttiva dovrebbe includere anche misure per promuovere e sostenere le azioni preventive da parte degli Stati membri, nonché disposizioni specifiche per proteggere, sostenere e garantire la riparazione delle vittime. Accogliendo con favore l'impegno della Commissione nell'ambito del
Un elenco non esaustivo delle diverse forme di violenza informatica di genere che dovrebbero essere oggetto di questa nuova direttiva include: molestie informatiche; stalking informatico; violazioni della privacy; registrazione e condivisione di immagini di aggressioni sessuali; controllo o sorveglianza a distanza (anche tramite app spia); minacce e richiami alla violenza; incitamento all'odio sessista; induzione all'autolesionismo; danni al computer; accesso illegale a messaggi o account di social media; violazione dei divieti di comunicazione imposti con ordinanze giudiziarie; e, la tratta di esseri umani.