Il governo danese ha respinto un controverso disegno di legge che era stato in discussione negli ultimi tre anni e che avrebbe richiesto la traduzione in danese di tutti i sermoni religiosi in Danimarca. La legge mirava a prevenire la diffusione di sermoni che contenevano inviti all'odio, all'intolleranza e alla violenza, soprattutto nelle comunità musulmane.
Negli ultimi quindici anni, le autorità danesi hanno compiuto sforzi attraverso modifiche alla legislazione sull'immigrazione, in particolare per i religiosi, per limitare l'accesso degli imam radicali nel Paese. Sebbene le leggi siano state provocate dalle azioni di islamisti radicali, si estendono a religiosi di tutte le religioni, incluso il cristianesimo, fornendo prova di un titolo di studio rilasciato da un'università pubblica legittima, indipendenza finanziaria, ecc.
Questo era anche il caso del disegno di legge che richiedeva a tutte le denominazioni di tradurre i loro sermoni in danese. Questa settimana è stata infine respinta dal ministro per gli affari ecclesiastici Louise Schack.
Nel marzo di quest'anno, il presidente del Partito popolare danese ha chiesto al ministro per gli affari ecclesiastici di verificare se la legge potesse essere redatta in modo tale da non interessare tutte le comunità religiose che predicano in una lingua diversa dal danese, ma solo quelle moschee dove “ parla solo in arabo, predica ad alta voce contro le donne, la democrazia, gli ebrei e altri gruppi minoritari, o dove si diffondono violenza e terrore”. Il governo non ha trovato una tale opzione per l'applicazione della legge ed è stata infine respinta.
Nel gennaio 2021, la Conferenza delle Chiese europee (KEK) ha espresso profonda preoccupazione in una lettera al primo ministro danese Mette Frederiksen e al ministro per gli affari ecclesiastici Joy Mogensen in merito a una proposta di nuova iniziativa per rendere obbligatoria la traduzione di sermoni da altre lingue in danese.
Il KEC ha ricordato che come organizzazione ecclesiale europea internazionale ha sempre incoraggiato l'uso della lingua madre in un contesto religioso, aiutando i migranti a integrarsi e formare comunità che li supportino e li aiutino a navigare nel nuovo ambiente sociale di cui ora fanno parte .
“Da un punto di vista politico, vediamo tale legislazione come un segnale negativo ingiustificato riguardo alla religione e al ruolo delle comunità religiose nella società. Inoltre, sarebbe un'indicazione per i popoli europei e le comunità cristiane non danesi che la loro pratica religiosa e la loro presenza in Danimarca sono state messe in discussione e considerate inequivocabilmente problematiche”. “Perché le comunità tedesche, rumene o inglesi con una lunga storia in Danimarca dovrebbero improvvisamente tradurre i loro sermoni in danese? Ciò danneggerebbe l'immagine della Danimarca come nazione aperta, liberale e libera costruita sull'eredità cristiana dei diritti e delle responsabilità individuali".
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