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Il viceministro degli affari esteri Konstantinos Vlasis partecipa al "Ministero per promuovere la libertà di religione o di credo" (Varsavia, 16-17 novembre 2020)

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Il viceministro Konstantinos Vlasis ha partecipato online al "Ministero per promuovere la libertà di religione o di credo", ospitato dalla Polonia il 16 e 17 novembre, con la partecipazione di una sessantina di paesi, organizzazioni internazionali e ONG.

Nelle sue osservazioni, il signor Vlasis ha sottolineato l'importanza che la Grecia attribuisce al progresso delle libertà religiose come condizione necessaria per la pacifica convivenza dei popoli, la promozione della sicurezza internazionale, la prosperità e lo sviluppo delle società, come descritto nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Il Sig. Vlasis ha poi commentato l'importante ruolo svolto dagli Antichi Patriarcati dell'Ortodossia Greca ad Alessandria, Antiochia e Gerusalemme – rispettivamente in Nord Africa e Medio Oriente – nel preservare la pluralità religiosa e culturale. Ha anche evidenziato che le popolazioni cristiane di queste regioni sono, ancora oggi, vittime di persecuzioni, senza lasciare spazio al compiacimento.  

Infine, ha menzionato in modo speciale il comportamento della Turchia in merito al rispetto della libertà e dell'espressione religiosa. Dopo aver preso atto dell'ostinato rifiuto della Turchia di riconoscere la natura ecumenica del Patriarcato di Costantinopoli, ha ribadito la richiesta di lunga data di riapertura del Seminario di Halki.

In chiusura, il Vice Ministro ha ricordato l'obbligo della Turchia, in quanto membro fondatore dell'Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite, di rispettare e non alterare la natura ecumenica di Hagia Sophia e del Monastero di Chora, siti Patrimonio dell'Umanità recentemente convertiti in luoghi di Culto musulmano, in violazione, tra l'altro, dell'obbligo di previa notifica e consultazione UNESCO. Allo stesso tempo, nel pieno rispetto del diritto alla libertà di espressione e di fede, la Grecia ha aperto ufficialmente la Moschea di Atene, una mossa altamente simbolica che dimostra la volontà del nostro Paese di difendere con fermezza il diritto alla libertà religiosa.

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